A cosa sono dovuti questi aumenti del prezzo dei carburanti?
Se i rincari dei mesi passati, iniziati a partire da metà novembre 2020, dipendevano dall’insufficiente rialzo della produzione di petrolio dei paesi Opec+ (ossia i vecchi Paesi Opec, più, guarda caso, la Russia oltre ad altri come Sudan e Messico), troppo scarso per far fronte all’aumento della domanda conseguente alla ripresa economica e al rimbalzo legato alla fine delle chiusure e dei vari lockdown, ora il balzo astronomico di questa prima settimana di guerra è solo una speculazione di chi scommette cinicamente sul blocco delle importazioni dalla Russia che, invece, nemmeno nel momento in cui vi scriviamo, si è ancora verificato, almeno verso l’Europa (lo stop degli Stati Uniti è solo simbolico, non importando petrolio né dalla Russia né dall’Ucraina).
E purtroppo la guerra, specie se non rientrasse in tempi brevi, non farà che aggravare ulteriormente la situazione portandola a livelli davvero insostenibili per le tasche di consumatori e imprese.
Nota a cura Ufficio stampa Unione Nazionale Consumatori nazionale